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concordato preventivo e rimborso iva

  • Marco Minguzzi

    Ravenna
    14/02/2017 23:44

    concordato preventivo e rimborso iva

    sottopongo alla vostra attenzione il caso di un rimborso iva, ringraziando in anticipo per la preziosa collaborazione.
    Sono liquidatore giudiziale di una procedura di concordato preventivo omologato. Fra i crediti che dovrei realizzare vi è un credito iva dell'importo di circa 185.000 euro relativo all'anno 2015. Preciso che l'omologa e la mia nomina risalgono a maggio 2016 e che la proposta concordataria si prefigge di onorare i propri impegni nei confronti dei creditori entro il maggio 2019.
    Il legale rappresentante della società ha presentato la dichiarazione iva dell'anno 2015 avanzando la richiesta di rimborso nel quadro vx e senza apporre i visto.
    Dopo qualche mese ho ricevuto la comunicazione da parte dell'Agenzia delle Entrate con cui mi si invitava a presentare la relativa garanzia (fideiussoria o in titoli) da mantenere fino alla scadenza del termine di prescrizione dell'azione accertatrice. Mi sono subito adoperato per richiedere ad una banca la disponibilità a rilasciare la fideiussione o a costituire il conto vincolato in titoli di stato, come previsto dalla normativa. Nessuna banca ha dato la proprio disponibilità dicendomi chiaramente che non avevano alcuna intenzione di avere rapporti con una società in concordato. Ho pensato allora di intraprendere un'altra strada e presentare una dichiarazione iva integrativa per l'anno 2015 apponendo il visto. Ho trovato un collega disposto ad apporre il visto, fatti ovviamente i dovuti controlli, e ad inviare la dichiarazione integrativa. Mi sono poi dovuto arrestare nuovamente (non ho ancora inviato alcuna integrativa) in quanto in questo caso il problema è rappresentato dalla nuova "attestazione della condizioni patrimoniali" contenuta nel quadro vx di cui all'art. 38 bis. Particolari problemi creano le attestazioni di cui alla lettera a) e di cui alla lettera c). Infatti tra l'anno 2014 ed il 2015 il patrimonio è diminuito di oltre il 60%, inoltre trattandosi di un concordato vi è un debito contributivo, per cui mi riesce difficile anche dichiarare che "sono stati eseguiti i versamenti dei contributi previdenziali e assicurativi" anche se a dire il vero tale affermazione è piuttosto generica e non se ne comprende appieno la portata..
    Mi domando in una simile situazione cosa possa fare per ottenere il rimborso nel più breve termine possibile. Io vedo due sole possibilità:
    1)attendo il decorso del termine dell'azione accertatrice dell'iva, che se non erro è il 31.12.2021 per il periodo di imposta 2015, quindi sollecito il rimborso dell'iva all'Agenzia delle Entrate in quanto a quella data non sarà più necessaria la garanzia, oppure
    2)presento una dichiarazione integrativa iva dell'anno 2015, ritirando la richiesta di rimborso e optando per il riporto del credito all'anno successivo compilando VX5. Il credito andrà a sommarsi con quello del 2016, che ammonta circa a 60.000 euro. Quindi attenderò il riparto dei crediti contributivi ed assicurativi. Eseguito il riparto in favore di INPS ed Inail (probabilmente nel 2019) sarò probabilmente in grado di rilasciare la "attestazione delle condizioni patrimoniali", in quanto fra il 2018 ed il 2019 non si registrerà calo del patrimonio contabile. Chiederò al collega il rilascio del visto alla dichiarazione iva dell'anno 2019 e, si spera, otterrò il rimborso.
    Vi chiedo se a vostro avviso entrambe le soluzioni delineate siano corrette. Vi chiedo inoltre un consiglio, di dirmi cioè quale delle due al mio posto mettereste in atto ed inoltre , cortesemente, se per caso vi fosse una terza via che avessi trascurato che magari mi possa consentire il rimborso in tempi più brevi di quelli sopra prospettati.
    Cordialmente
    • Stefano Andreani - Firenze
      Luca Corvi - Como

      12/03/2017 21:59

      RE: concordato preventivo e rimborso iva

      Entrambe le strade ci paiono percorribili e personalmente preferiamo la prima, non solo perché più lineare ma anche perché nutriamo qualche dubbio sul fatto che il credito IVA creatosi in un anno nel quale non era rispettato il requisito di cui al comma 3 lett. a dell'art. 38 da Lei citato (non rilevante diminuzione del patrimonio netto), possa essere richiesto a rimborso senza prestazione della fidejussione in un anno successivo, sulla base della situazione patrimoniale in tale anno successivo.

      Altre soluzioni non ne vediamo, a parte la cessione del credito che però ha costi, in termini di differenza fra entità del credito e importo effettivamente riscosso, non certo modesti.