Forum PROCEDURE EX LEGGE FALL. - PASSIVO E RIVENDICHE

Decesso sul lavoro ante fallimento

  • Raffaele Quarantelli

    PARMA
    13/09/2011 17:50

    Decesso sul lavoro ante fallimento

    Nel 1996, a seguito di un incidente sul lavoro, decedeva il Signor X.
    Nel 2010veniva dichiarato il fallimento del datore di lavoro del dipendente deceduto.
    I familiari del defunto con atto di citazione, richiedevano i danni morali ed accessori.
    La causa si concludeva nel 2007, con la condanna in garanzia l'assicurazione del datore di lavoro e il datore di lavoro , al pagamento di una somma in denaro a titolo di risarcimento danni morali, con interessi e rivalutazione, oltre ad una quota di spese legali.
    I familiari del defunto, hanno attivato un ricorso ex art. 101 L.F., per insinuazione al passivo della somma eccedente il massimale liquidata dall'assicurazione, chiedendo il riconoscimento del privilegio.
    Si chiede se tale privilegio possa essere condiviso, stante l'azione dei familiari che agiscono, per il loro credito, jure proprio.
    Si precisa che nella domanda di insinuazione, l'avv. non agevola l'interpretazione, in quanto non precisa il tipo (grado) di privilegio richiesto, vantando però un risarcimento danno!!!
    Grazie mille.
    Raffaele Quarantelli
    Parma
    • Zucchetti Software Giuridico srl

      Vicenza
      14/09/2011 17:56

      RE: Decesso sul lavoro ante fallimento

      Poiché l'art. 2751 bis n. 1 c.c. , (a seguito intervento Corte Cost. n. 113 del 2004) attribuisce il privilegio anche ai crediti del dipendente per risarcimento danni, la soluzione del problema da lei proposto passa, come lei giustamente intuisce, attraverso la verifica della posizione assunta dagli eredi; ossia se essi hanno agito jure hereditario, la loro pretesa, essendo diretta a realizzare un credito del lavoratore defunto, è assistito dal privilegio richiamato, qualora invece facciano valere un danno proprio, il loro credito è da ritenere chirografario.
      La distinzione va fatta perché, in caso di morte della vittima dopo un lasso di tempo dal verificarsi di un sinistro, può essere richiesto dagli eredi anche il risarcimento del c.d. danno "catastrofale" o "tanatologico"- ossia del danno conseguente alla sofferenza patita dalla persona che lucidamente assiste allo spegnersi della propria vita – e questo è chiaramente un danno del defunto che può essere fatto valere in via ereditaria. I prossimi congiunti della vittima possono anche chiedere il risarcimento del danno loro spettante jure proprio a causa della morte del congiunto, trattandosi di danni diversi oggettivamente e soggettivamente da quello precedentemente accennato, per essere il primo lo stesso danno subito dal "de cujus", ripartito "pro quota" fra gli eredi, ed il secondo quello sopportato dal congiunto in conseguenza della morte del familiare, suscettibile, in caso di pluralità di congiunti, di diversa graduazione secondo l'intensità del legame.
      Zucchetti SG Srl