Forum PROCEDURE EX LEGGE FALL. - PASSIVO E RIVENDICHE

Ammissione al passivo di un lavoratore

  • Umberto Di Pede

    MATERA
    17/06/2025 21:47

    Ammissione al passivo di un lavoratore

    Un lavoratore ha presentato domanda di ammissione al passivo della procedura di liquidazione giudiziale di una società, chiedendo il riconoscimento di un credito a titolo di trattamento di fine rapporto (T.F.R.) al lordo delle ritenute previdenziali e fiscali.
    Il curatore, tuttavia, ha ammesso il credito al netto delle suddette ritenute, in quanto tale importo risulta dal decreto ingiuntivo ottenuto dal lavoratore, ritenendo che quest'ultimo abbia efficacia di cosa giudicata nei confronti della procedura concorsuale. Il curatore ha comunque specificato che l'importo ammesso è al netto, ai fini dell'intervento del Fondo di garanzia INPS.
    Si chiede se il curatore dovesse ammettere il credito del lavoratore a titolo di T.F.R. al lordo delle ritenute previdenziali e fiscali, come richiesto dal lavoratore.
    Grazie
    Dott. Umberto Di Pede
    • Zucchetti Software Giuridico srl

      Vicenza
      18/06/2025 16:29

      RE: Ammissione al passivo di un lavoratore

      Generalmente, il credito del lavoratore per il TFR viene ammesso al passivo al lordo delle ritenute fiscali e delle ritenute previdenziali a carico del lavoratore che il datore di lavoro delegato non ha versato (per questi ultimi l'ammissione al lordo è stata affermata per la prima volta da Cass.17.11.2016, n. 23426 ed è ora principio pacifico. Le ritenute previdenziali a carico del datore di lavoro saranno gestite dagli enti preposti ), in modo che il curatore, nella sua funzione di sostituto d'imposta, potrà operare le trattenute fiscali al momento del pagamento. Quanto alle qu, si tratta della restituzione della parte di retribuzione che era stata detratta dal datore di lavoro ma non versata all'Inps. Se, infatti, il datore di lavoro corrisponde tempestivamente all'ente previdenziale la quota contributiva a carico del lavoratore legittimamente egli opera la relativa trattenuta sulla retribuzione; se invece il datore di lavoro non corrisponde tempestivamente detta quota contributiva essa rimane definitivamente a suo carico, con la conseguenza che la soggezione del lavoratore al relativo obbligo (che veniva adempiuto tramite il datore di lavoro che poi tratteneva la quota dalla retribuzione) rimane travolta dalla condotta del datore e il credito retributivo del lavoratore si estende automaticamente alla quota contributiva a suo carico (non a quella a carico del datore), che diviene perciò stesso parte della retribuzione a lui spettante.
      Fatti questi chiarimenti, l'ammissione al netto del TFR per il fatto che questa era la quota risultante da decreto ingiuntivo definitivo è foriera di dubbi, nel senso che si può intendere sia come ammissione massima del lavoratore, per cui dal credito netto dovrebbero essere scomputato le trattenute, sia che la espressa ammissione al netto sia indicativa del credito scomputato che non esclude il calcolo e l'aggiunta dei contributi fiscali e previdenziali al momento del riparto.
      Noi propenderemmo per questa seconda interpretazione che sembra la più logica, ma tuto dipende dal significato che il giudice ha dato alla dizione usata nell'ammissione.
      Zucchetti SG Srl